Museo Laboratorio della Preistoria di Vaie
Museo di Archeologia e Archeotecnologia
Il sito eneolitico del “Riparo Rumiano” si trova appena a monte della medievale Via Francigena, fra i suggestivi resti di gneiss granitico della cava Pent.
Sul finire del 1800 i cavatori rinvennero nel luogo numerosi ciottoli, finemente lavorati e di ignota provenienza. Il dottor Biagio Rumiano, cultore di storia locale, vi riconobbe asce di età preistorica e scoprì il riparo sotto roccia.
A partire dal 1886 il Museo di Antichità di Torino progettò e condusse gli scavi, che si svolsero nel 1900/1901 (direzione di Antonio Taramelli). Già attribuiti al Neolitico, i reperti di Vayes si collocano cronologicamente fra il Neolitico finale e la piena età del Rame (IV e il III millennio a. C.).
Gli studi condotti e l’esame dei reperti (oggi conservati presso il Museo di Antichità di Torino) consentono di ipotizzare che l’insediamento di Vaie fu di una certa importanza nel quadro del territorio alpino, ed utilizzato per un periodo piuttosto lungo.
Il probabile insediamento abitativo contestuale al Riparo Rumiano era verosimilmente collocato nel luogo oggi chiamato Baità (Vedi: Percorso Archeologico).
Uno spazio vitale strappato al bosco e alla montagna: le asce levigate ritrovate identificano la Valle di Susa come territorio di transito per intensi traffici commerciali attraverso i propri valichi.
Ricordo spettacolare del lavoro di antichi scalpellini, compare in tutta la sua imponenza al termine di un sentiero che si inerpica nei boschi. Una testimonianza che si intreccia con la storia sociale ed economica del territorio e di attività produttive ormai scomparse.
Ancora oggi meta di pellegrini, la Chiesa sorge su un’altura dominante il fondovalle. Nell’abside vi sono tracce di mura dell’XI secolo, e altri indizi dell’origine romanica sono riscontrabili nel campanile. Il grazioso edificio, poi rimaneggiato e consacrato a San Pancrazio nel 1856, era dedicato a Santa Margherita, oggi patrona della Parrocchiale.